Sextortion e Raul Bova: dalla risata al ricatto

raul bova

Abbiamo tutti finito di ridere del sex symbol stagionato? 

Dei patetici messaggi con cui, anche dall’alto della sua posizione, ha finito col mettere in scena “lo spettacolo di arte varia” dell’uomo innamorato?

Così gira il mondo, da sempre, solo che, ad ogni giro di ruota, si raschia un po’ più a fondo il barile. Neanche tanto più a fondo, perché è di soli 12 mesi fa la storiella del Ministro dimessosi per via della stagista. Tra i due, il Ministro e il vip rammollito, a me personalmente fa più orticaria il primo, non fosse altro per le maggiori aspettative intellettuali che sarei portato a riporre verso chi sia designato a ricoprire una carica pubblica.

Comunque va be’, era un’altra storia, sebbene il comune denominatore sia lo stesso (ed è proprio ciò che provoca tanta sadica ilarità verso queste vicende): la manipolazione delle persone mediante la leva dei sentimenti.

Per quel che qui ci compete, quindi, mettiamo da parte il gossip, gli ex bellocci sulla via del tramonto e gli ex ministri sfregiati sulla pelata. Concentriamoci piuttosto proprio su questo comune denominatore, la manipolazione sentimentale appunto, che è proprio tanto tanto comune, certamente più di quanto tanti possano immaginare e che riguarda trasversalmente chi appartenga a qualsiasi fascia sociale, culturale e reddittuale…e goda di un accesso ad internet.

Diciamola in termini più schietti e diretti: quanti maschietti avrebbero saputo resistere, senza perderci la testa, alle lusinghe della influencer ventenne di turno, con la foto di profilo chiappette al vento, che propone di incontrarsi per un caffè?

Non vogliamo difendere o creare alibi a nessuno (chi se ne frega dei Bova e Sangiuliano), vogliamo solo attestare un incontrovertibile dato di fatto: di queste vicende, anche se nessuno ne parla, ne è piena internet e a caderci è la gente comune, il ragazzino in piena tempesta ormonale, il buon padre di famiglia annoiato dalla routine matrimoniale, il pensionato con cui nessuno ha più voglia di parlare.   

Di certo non sarà capitato nel mio giro“: non a mio figlio, a mio fratello o a mio padre. Ti sbagli o almeno, statistiche alla mano, è più probabile il contrario.

Usciamo dalla vaghezza e passiamo ad esempi più concreti.

Il copione è più o meno questo: Ti scrive una ragazza, perché vi siete incrociati su un sito di dating, perché ha commentato una tua foto o magari perché ha inviato un messaggio al tuo numero per un banale errore. È bella, provocante, intrigante e iniziate a scrivervi. L’amicizia diventa più profonda e sembrate entrambi interessati a coltivarla. Promette che vi incontrerete e si insinua tra i tuoi pensieri della giornata. È interessata alla tua vita, ai tuoi desideri, al tuo lavoro, ai tuoi segreti. Le basta aggiungere un po’ di pepe alle conversazioni per ottenere foto e video intimi, intimissimi, e compromettenti. Il momento esatto in cui tu ti sentirai ormai assolutamente convinto che la vostra “relazione a distanza” sia a tutti gli effetti una relazione, sarà più o meno lo stesso momento in cui lei sentirà di aver raccolto abbastanza materiale per ricattarti per il resto dei tuoi giorni. Ricattarti nei confronti di chi? Basta cerca ormai il nome di ognuno di noi su qualsiasi social network per arrivare a congiunti e affini fino al settimo grado di parentela; trovare l’account dell’azienda presso cui lavori sarà ancora più semplice e in colpo solo avrà a tiro tutti i tuoi colleghi di lavoro: che ne penserebbero costoro di quelle foto, dei video, dei messaggi? Le basterebbero 4 click per rovinarti la vita oppure ti basterà darle 20 mila euro…per il momento.

Sul divetto di turno si può ridere il tempo di un estate, tra dazi e conflitti mondiali quasi alle porte, ma di queste esistenze sotto ricatto c’è molto poco da ridere: c’è autentica angoscia, profonda umiliazione, totale impotenza.

Vale la pena di precisare: se tutto il racconto e i citati esempi sono declinati al maschile non è un caso. Sono estorsioni a cui sono, per ataviche ragioni, molto più esposti gli uomini: 4 foto in costume da bagno sono più che sufficienti per innescare un colpo di stato nel cervello e inibire ogni pensiero critico e razionale.

Secondo la Polizia Postale, oltre l’85% delle vittime di sextortion sono uomini, molti dei quali tra i 15 e i 35 anni. 

E che schifo sti uomini, sempre a pensare a una cosa sola! E invece no, anche il gentil sesso non è immune da pericoli simili, certo un po’ diversi, ma siamo lì: si è parlato a lungo qualche tempo fa della facoltosa signora che era convinta di avere una relazione sentimentale a distanza con Brad Pitt e per questo gli ha dato in prestito circa 700 mila euro. In questi casi si passa dallo schema dell’estorsione sessuale a quello della truffa romantica, di cui abbiamo già parlato qualche tempo fa. 

In realtà, quindi, non è il genere, maschile o femminile, delle vittime a far la differenza, né l’età, né tanto meno (Raul Bova docet) la ricchezza o il livello culturale: a far la differenza, sono le montagne russe della vita, che corre veloce, ti porta alle stelle, ti precipita nella solitudine e, a volte, ti rende più vulnerabile o desideroso di dare fiducia al prossimo.

Perché dilungarci su questa vicenda: perché fa bene parlarne; perché i tabù si autoalimentano finché restano tali, complici il silenzio, l’indignazione o l’ilarità altrui; perché non sei né bello, né ricco quanto Raul Bova e probabilmente non hai nulla di così interessante da dire, quindi, datti una svegliata e proteggi la tua riservatezza; perché potresti non essere tu la vittima, ma la persona che ti siede a fianco, a cui cade una goccia gelata di sudore dalla fronte ogni volta che rispondi ad un numero sconosciuto; perché esistono modi per tutelare le vittime (come l’amministrazioni di sostegno, almeno nei casi più estremi), soprattutto da sé stesse; perché internet è la dimensione attraverso la quale la natura umana riesce ad esprimere meglio la propria essenza, ed è marcia, come quella di chi ricatta o ride del ricatto altrui; perché un po’ di tempo fa era la clava, poi il fucile e oggi le persone muoiono, o si distruggono la vita, per qualche click dato al mouse.  

E a proposito di tanti perché: ma perché queste grandi seduttrici sono tutte asiatiche…sempre, tutte. Ma da quando le italiane hanno iniziato a farci schifo?

Commenti
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *