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ToggleNegli ultimi mesi si è diffusa una nuova tipologia di raggiro online: la truffa dei Bitcoin dimenticati. Si tratta di una frode che sfrutta la scarsa conoscenza tecnica della blockchain e il desiderio, da parte di molti, di scoprire di possedere criptovalute mai reclamate.
Il meccanismo è semplice: un truffatore contatta la vittima — via email, telefono o social network — sostenendo di aver trovato un conto in Bitcoin “a suo nome”. Racconta che quei fondi risultano bloccati su una piattaforma di exchange o su un portafoglio digitale e propone di “aiutare” a recuperarli, chiedendo in cambio un compenso anticipato o una piccola somma necessaria per “sbloccare” il conto.
Molti utenti, incuriositi o attratti dalla prospettiva di ritrovare un tesoretto inaspettato, finiscono per credere alla storia e cadono nella trappola. In realtà, non esiste alcun modo per avere Bitcoin intestati a proprio nome, e chi paga l’anticipo non vedrà mai un solo satoshi.
Come funziona la truffa dei Bitcoin dimenticati
La truffa Bitcoin dimenticati segue quasi sempre lo stesso schema.
- Primo contatto: il truffatore si presenta come un consulente di criptovalute, un esperto di sicurezza blockchain o persino come un rappresentante di un exchange noto.
- Storia convincente: afferma di aver trovato, a tuo nome o collegato al tuo codice fiscale, un portafoglio contenente Bitcoin “dimenticati” o non reclamati.
- Proposta di aiuto: ti offre un servizio di “recupero” dietro pagamento di una commissione, di solito una cifra contenuta per non destare sospetti.
- Richiesta di dati o trasferimenti: chiede di fornire informazioni personali, documenti d’identità, codici di accesso a wallet o addirittura di inviare una piccola somma in Bitcoin per “verificare” l’indirizzo.
In molti casi, i truffatori mostrano documenti falsi, screenshot contraffatti o link a siti clone che imitano piattaforme di scambio reali come Binance, Coinbase o Kraken. Una volta ottenuto il pagamento o i dati, scompaiono senza lasciare traccia.
Perché non esistono Bitcoin “a proprio nome”
Uno degli elementi che rende la truffa Bitcoin dimenticati così efficace è l’equivoco sulla natura stessa della blockchain.
Molti credono che le criptovalute funzionino come i conti bancari, ma è falso.
La blockchain di Bitcoin è un registro pubblico e decentralizzato dove le transazioni sono visibili a tutti, ma non sono mai associate a un nome o a un’identità personale.
Ogni operazione è legata a un indirizzo alfanumerico e solo chi possiede la chiave privata di quell’indirizzo può muovere i fondi.
In pratica, non esiste alcun “conto intestato” né un registro centrale che assegni Bitcoin a una persona.
Chiunque ti dica di aver trovato Bitcoin intestati a tuo nome sta mentendo o cercando di farti credere a qualcosa di tecnicamente impossibile.
È importante ricordare che la proprietà dei Bitcoin è determinata solo dal possesso della chiave privata, non da alcun dato anagrafico.
Segnali per riconoscere la truffa Bitcoin dimenticati
Ci sono diversi indizi che permettono di riconoscere questo tipo di frode prima che sia troppo tardi.
Ecco i principali:
1. Comunicazioni inaspettate
Se ricevi un messaggio, una chiamata o un’email da qualcuno che dice di aver trovato Bitcoin a tuo nome, diffida immediatamente. Nessun ente o piattaforma può sapere chi è il proprietario di un portafoglio.
2. Richieste di pagamento anticipato
I truffatori chiedono quasi sempre un versamento iniziale per “attivare la pratica” o “sbloccare i fondi”. Nessuna operazione legittima di recupero prevede pagamenti prima del risultato.
3. Link sospetti o siti imitazione
Molte truffe si appoggiano a siti web falsi che imitano quelli reali. Controlla sempre il dominio del sito, l’https e la presenza di errori grammaticali o traduzioni grossolane.
4. Promesse irrealistiche
Se qualcuno ti dice che puoi ottenere migliaia di euro in Bitcoin “bloccati” senza alcuna prova concreta, è sicuramente una truffa.
Cosa fare se sei stato contattato da un finto recuperatore
Se hai ricevuto un messaggio o una chiamata di questo tipo, non fornire mai dati personali né effettuarne pagamenti.
Puoi invece:
- Segnalare la truffa alla Polizia Postale o all’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato);
- Bloccare il numero o l’indirizzo email da cui proviene il contatto;
- Non cliccare su alcun link e non scaricare file allegati;
- Informare altri utenti, ad esempio scrivendo un post o una recensione, per evitare che altri cadano nello stesso inganno.
Se hai già effettuato un pagamento, conserva tutte le prove (email, chat, ricevute, transazioni su blockchain) e fissa una consulenza gratuita con i nostri esperti. In alcuni casi, con un’azione legale ben costruita, è possibile risalire ai soggetti coinvolti o bloccare i fondi prima che vengano completamente dispersi.
Come difendersi dalle truffe crypto
La truffa Bitcoin dimenticati è solo una delle tante varianti del più ampio fenomeno delle truffe legate al recupero di criptovalute.
Per proteggerti:
- Usa wallet sicuri e conserva le chiavi private offline;
- Diffida di chi promette recuperi garantiti o rendimenti immediati;
- Non inviare mai criptovalute a indirizzi sconosciuti;
- Verifica sempre l’identità di chi ti contatta, cercando recensioni e informazioni su siti affidabili.
Ricorda: chi controlla la tua chiave privata controlla i tuoi fondi. Nessuno può “recuperare” Bitcoin persi senza di essa.

