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ToggleIl Parlamento e il Consiglio UE hanno approvato a marzo 2024 un nuovo regolamento sugli affitti brevi. Questo insieme di nuove regole mira a rendere più trasparente e sicuro il settore degli affitti turistici a breve termine. In particolare, vengono introdotte procedure di registrazione semplificate per i locatori (host), obblighi informativi a carico delle piattaforme online come Airbnb e Booking, e maggiori poteri di controllo alle autorità locali. Vediamo in modo dettagliato cosa prevedono queste norme e come impattano i viaggiatori che affittano case per vacanze.
Registrazione unica semplificata per gli host
Una novità chiave è l’obbligo di registrazione armonizzato per chi affitta alloggi a breve termine. Ogni host dovrà registrarsi tramite una procedura online semplificata, ottenendo un numero di registrazione unico valido in tutta l’UE. Questo codice identificativo andrà inserito negli annunci pubblicati sulle piattaforme. In pratica, chi affitta una casa o stanza per brevi periodi dovrà fornire alcune informazioni di base (dati anagrafici, indirizzo e caratteristiche dell’alloggio, numero di posti letto, ecc.) per ottenere il numero di registrazione. Tale numero unico permetterà di tracciare gli annunci su tutte le piattaforme e verificare che ogni alloggio turistico sia registrato regolarmente. Per gli host ciò significa meno burocrazia (un’unica registrazione valida ovunque) e regole uniformi in tutta Europa. Allo stesso tempo, gli host dovranno mantenere aggiornati i dati forniti in registrazione e rispettare gli obblighi informativi richiesti, pena possibili sanzioni.
Obblighi di trasparenza per le piattaforme online
Le piattaforme di affitti brevi come Airbnb, Booking, Vrbo e simili avranno nuove responsabilità. Dovranno assicurarsi che in ogni annuncio sia visibile il numero di registrazione dell’alloggio e verificarne la validità. Inoltre, le piattaforme saranno tenute a condividere periodicamente i dati sugli affitti con le autorità pubbliche attraverso un portale digitale unico istituito da ciascun Stato membro. In pratica, ogni mese (o ogni trimestre per le piattaforme più piccole) dovranno inviare informazioni aggregate: ad esempio il numero di pernottamenti, gli indirizzi delle strutture, gli URL degli annunci e il numero di registrazione associato. Questi obblighi di data sharing permetteranno di creare una banca dati unica europea degli affitti brevi, utile per monitorare l’andamento del settore. Le piattaforme avranno anche il compito di progettare le proprie interfacce in modo da rendere facile agli host l’inserimento del codice registrazione e ai viaggiatori la visualizzazione di tale informazione. Per i viaggiatori, ciò si tradurrà in annunci online più affidabili e completi di tutte le credenziali richieste.
Più poteri alle autorità locali nel controllo del settore
Un aspetto centrale del regolamento è il coinvolgimento attivo delle autorità locali (come Comuni o enti turistici) nel monitoraggio degli affitti brevi. Grazie al nuovo sistema di registrazione e ai dati forniti dalle piattaforme, le autorità avranno accesso a statistiche affidabili sull’attività di affitto nel proprio territorio. Ciò consentirà di adottare politiche locali mirate: ad esempio, se in una città si registrano troppi affitti turistici in una certa zona, il Comune potrà intervenire con regolamenti per equilibrare il fenomeno. Come dichiarato dal Consiglio UE, la raccolta e condivisione dei dati permetteranno alle autorità pubbliche di mettere in atto politiche locali efficaci e proporzionate per affrontare le sfide del settore degli affitti brevi. Inoltre, gli enti locali potranno incrociare il numero di registrazione con i vari annunci online, individuando facilmente eventuali affitti non dichiarati o abusivi. In caso di violazioni o irregolarità, l’autorità competente potrà chiedere correzioni agli host o, se necessario, far rimuovere annunci non conformi. In sintesi, le amministrazioni avranno strumenti migliori per far rispettare le regole, garantendo una concorrenza leale (chi affitta in nero sarà più facilmente identificato) e mitigando gli effetti negativi sul tessuto urbano (come l’overtourism in centro città) (font consilium.europa.eu)
Vantaggi per i viaggiatori e consumatori
Cosa cambia in positivo per chi cerca una casa vacanze? Le nuove norme UE sugli affitti brevi offriranno ai viaggiatori più tutele e trasparenza. Ogni annuncio dovrà riportare un codice di registrazione verificato, segno che l’host ha dichiarato la propria attività e opera nella legalità. Questo si traduce in maggiore affidabilità degli annunci: sarà più difficile imbattersi in inserzioni fittizie o in alloggi non a norma. Le piattaforme, avendo l’obbligo di controllare e rimuovere annunci senza registrazione, garantiranno un catalogo di offerte più sicuro per l’utente finale. Dal punto di vista pratico, il viaggiatore potrà prenotare con maggiore tranquillità: sapendo che l’alloggio è registrato, diminuisce il rischio di brutte sorprese (come cancellazioni improvvise perché l’appartamento era affittato illegalmente).
Inoltre, la concorrenza sarà più leale tra host professionali e privati: tutti soggetti alle stesse regole UE. Questo dovrebbe portare anche a una qualità media dell’offerta più alta, perché chi non rispetta le norme potrà essere escluso dalle piattaforme. Infine, un mercato degli affitti brevi più regolamentato e trasparente implica benefici indiretti per il consumatore: ad esempio, le città potranno gestire meglio il turismo sostenibile (evitando l’eccessiva concentrazione di case vacanze in certi quartieri) e garantire che gli alloggi turistici rispettino standard di sicurezza e igiene. In conclusione, il nuovo regolamento europeo sugli affitti brevi è pensato per creare un ecosistema più equilibrato: da un lato facilitando la vita agli host onesti, dall’altro offrendo più garanzie ai viaggiatori, che possono prenotare alloggi brevi con fiducia sapendo di contare su maggiore trasparenza, legalità e controlli nel settore
