Il libretto di risparmio e diritti del consumatore

libretto di risparmio

Libretto di risparmio: cos’è, a cosa serve e quali sono i diritti del consumatore

Il libretto di risparmio è uno degli strumenti bancari più tradizionali e longevi presenti nel panorama finanziario italiano. Nonostante oggi sia meno utilizzato rispetto al conto corrente, continua a rappresentare una forma semplice e intuitiva di deposito bancario, particolarmente apprezzata da consumatori poco inclini alla digitalizzazione o da chi desidera costituire piccoli risparmi vincolati, ad esempio per i figli o per finalità specifiche.

Cos’è un libretto di risparmio

Il libretto di risparmio è un contratto bancario che consente al titolare di depositare somme di denaro presso un istituto di credito, effettuando versamenti e prelievi documentati su un supporto cartaceo o digitale. All’interno del libretto vengono annotate tutte le operazioni effettuate: depositi, prelievi, interessi maturati e spese applicate dalla banca.

Libretto nominativo e al portatore: differenze normative

Si distinguono due tipologie principali di libretti di risparmio:

  • Libretto nominativo: intestato ad una o più persone fisiche, anche in cointestazione. Solo gli intestatari o i soggetti delegati possono operare.
  • Libretto al portatore: utilizzabile da chiunque lo possieda, senza necessità di identificazione nominale.

Tuttavia, dal 4 luglio 2017, a seguito delle modifiche introdotte dal D.Lgs. 90/2017 in attuazione della IV Direttiva Antiriciclaggio (UE) 2015/849, è vietata l’emissione di nuovi libretti al portatore, e quelli ancora in circolazione dovevano essere estinti entro il 31 dicembre 2018. Chi non ha provveduto rischia una sanzione amministrativa pecuniaria da 250 a 500 euro, ai sensi dell’art. 49, comma 13, del D.Lgs. 231/2007.

Limitazioni e funzionalità del libretto di risparmio

Il libretto di risparmio presenta funzionalità molto limitate rispetto a un conto corrente. Non è infatti possibile:

  • effettuare bonifici;
  • richiedere carte di debito o credito;
  • emettere assegni;
  • ottenere scoperti o affidamenti bancari.

Queste limitazioni ne riducono l’operatività, ma per alcuni soggetti (anziani, minori, risparmiatori tradizionali) rappresentano un punto di forza in termini di semplicità e controllo.

Utilizzi comuni del libretto di risparmio

Nell’attuale contesto, il libretto di risparmio viene utilizzato prevalentemente per:

  • depositare somme in favore di minori, spesso dai nonni;
  • garantire cauzioni in contratti di locazione;
  • accantonare risparmi a basso rischio.

Tuttavia, va evidenziato che gli interessi maturati sono spesso irrisori e non coprono le spese di gestione, con conseguente erosione del capitale.

Conti dormienti: il rischio di perdere i risparmi

Uno degli aspetti più critici, e poco conosciuti, è il rischio che il libretto venga assorbito dal Fondo rapporti dormienti gestito da Consap S.p.A., qualora rimanga inattivo per oltre 10 anni, ai sensi del D.P.R. 116/2007 e del D.L. 350/2001.

In particolare:

  • Per i libretti nominativi, la banca ha l’obbligo di informare il titolare prima del trasferimento al fondo.
  • Per i libretti al portatore (ormai non più legittimamente in circolazione), non è previsto alcun obbligo di avviso, e il titolare può perdere il diritto alla restituzione delle somme depositate.

I consumatori possono verificare la presenza di somme trasferite al fondo dormienti consultando il sito ufficiale di Consap: www.consap.it

Tutela del consumatore e obblighi informativi della banca

Secondo il Codice del Consumo (D.Lgs. 206/2005), la banca è tenuta a fornire informazioni chiare e trasparenti circa le condizioni economiche applicate al libretto (interessi, commissioni, spese fisse) e i rischi connessi all’inattività.

Ai sensi degli articoli 117 e 119 del T.U.B. (D.Lgs. 385/1993), il consumatore ha inoltre diritto:

  • a ricevere un estratto periodico gratuito;
  • ad essere informato in caso di modifiche unilaterali del contratto;
  • a recedere in ogni momento senza penali.

Sul punto si segnala anche la sentenza della Cassazione n. 7887/2020, secondo cui la banca risponde per omessa vigilanza e mancata informativa in caso di estinzione o trasferimento irregolare del rapporto dormiente.

Conclusioni: è ancora utile il libretto di risparmio?

Il libretto di risparmio può rappresentare una soluzione semplice per la custodia del denaro, soprattutto per chi non ha dimestichezza con strumenti digitali. Tuttavia, è importante essere consapevoli delle limitazioni operative, dei costi nascosti e del rischio di inattività.

Chi decide di utilizzarlo dovrebbe:

  • movimentarlo almeno una volta ogni 10 anni;
  • monitorare le spese di gestione;
  • evitare di conservarlo senza custodirne attentamente i dati.

In caso di dubbi o difficoltà con la propria banca, il consumatore può rivolgersi:

  • all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) per la risoluzione delle controversie;
  • a un’associazione di consumatori per ottenere assistenza.

🔍 FAQ – Domande frequenti

1. Si può ancora aprire un libretto di risparmio al portatore?
No. Dal 2017 è vietata l’emissione di nuovi libretti al portatore. Quelli esistenti dovevano essere estinti entro il 31 dicembre 2018.

2. Quanto rende un libretto di risparmio?
Gli interessi sono in genere inferiori all’1% annuo e spesso non coprono le spese di gestione.

3. Cosa succede se non uso il libretto per 10 anni?
Diventa “dormiente” e le somme possono essere trasferite al Fondo Consap, rendendo complessa la restituzione.

4. È sicuro usare un libretto per depositi a favore dei figli?
Sì, ma è consigliabile che sia nominativo e movimentato periodicamente.

5. Posso chiudere il libretto in qualsiasi momento?
Sì, salvo eventuali vincoli temporali previsti dal contratto con la banca.

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